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Il Vin Santo (o Vinsanto), in generale, è un vino passito prodotto tradizionalmente in Toscana e in Umbria, ma anche in Emilia-Romagna, Veneto e Trentino. Come spesso succede in Italia, la varietà e la diversità dei vini è molto elevata a livello regionale, ed anche all’interno di una stessa regione ci sono spesso molte sottozone.
È il caso ad esempio proprio del Vin Santo del Chianti, che si suddivide in Classico, Colli Aretini, Colli Fiorentini, Coli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina.
vinsanto del chianti

Da dove deriva il nome “Vin Santo”?

Facciamo un passo indietro… Qual è l’origine del suo nome e in particolare del termine “santo”? Ci sono diverse ipotesi, quella più diffusa fa risalire il nome ad un aneddoto: durante il concilio ecumenico di Firenze del 1439, il cardinale bizantino Bessarione, assaggiando un vino liquoroso locale, avrebbe esclamato «Questo è il vino di Xàntos!», riferendosi ad un noto vino prodotto in Grecia; il termine sarebbe stato quindi italianizzato come “santo”. Altre interpretazioni collegano il termine all’uso di vino liquoroso per l’eucarestia durante la messa, oppure ancora al fatto che le uve vengano fatte appassire fino alla Settimana Santa.

Come si produce il Vin Santo del Chianti?

Al di là dell’etimologia, è interessante sapere anche il modo particolare in cui si produce il Vinsanto, in particolare parliamo di quello del Chianti. Innanzitutto le uve di provenienza: si tratta per lo più di uve bianche, Trebbiano toscano e Malvasia. Esiste però anche una variante prodotta con uva rossa (Sangiovese), detta “Vinsanto occhio di pernice”.
Queste uve vengono attentamente selezionate in fase di vendemmia e in seguito vengono portate in una stanza (appassitoio) ben aerata per contenere la formazione di muffe. Qui, vengono adagiate su “cannicci”, grate di canne, o appese a ganci su telai per l’appassimento, che normalmente va da dicembre a marzo. Al termine dell’appassimento, solo le uve più sane vengono pigiate e il mosto viene fatto fermentare in appositi caratelli di legno (piccole botti con una capienza tra 50 e 200 litri) posti nella vinsantaia, dove sosterà per un invecchiamento minimo di 3 anni.

Gli abbinamenti del Vin Santo

Come tutti i vini passiti, anche il Vin Santo è un ottimo vino da dessert, accompagnando in modo egregio la pasticceria secca (in particolare i cantuccini o i ricciarelli senesi). Tuttavia, nelle sue versioni più secche, può essere degustato anche prima del momento del “dolce” abbinandolo a crostini di fegato, salumi toscani, formaggi stagionati ed erborinati.

Potete vedere le sue caratteristiche organolettiche e maggiori dettagli nella scheda dedicata al Vin Santo del Chianti DOC prodotto dalla Tenuta di Trecciano.
Vi aspettiamo per degustarlo insieme!

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